ValliLanzo

la storia, le costruzioni, la geografia, flora e fauna

La Storia

Sono rari i reperti che permettono di stabilire con certezza quando sono avvenuti i primi insediamenti nelle valli di Lanzo. Con buona approssimazione si può dire che tra le prime popolazioni ci furono tribù celto-ligure dediti ad attività pastorale e sottomessi probabilmente al Re Cozio (218a.C. circa) che si oppose ai romani che tentavano di raggiungere le Gallie. Questi poi scesero a patto con Cozio e le popolazioni locali e aprirono numerose vie per le Gallie tra cui i colli dell' Autaret (m 3071) e d' Arnas (m 3010), testimonianza sono i diversi reperti scoperti nella zona di Usseglio e risalenti in epoca romana. Tra questi ci sono certamente le due are votive dedicate a Giove e Ercole e conservate a Piazzette e a Usseglio. Dopo il crollo dell' impero romano le valli non subirono gravi invasioni , perchè sia i Goti che Burgundi che Franchi e Longobardi preferirono i valichi delle valli di Susa per raggiungere la Padania. Intorno al 600-700 d.C. la zona venne accorporata alla diocesi di San Giovanni di Moriana (Saint-Jean-de-Maurienne in francese). Solo verso il X-XI secolo risalgono i primi documenti con il nome di Lanzo, allora sotto il controllo della Contea e della Diocesi di Torino. Nel 1341 i Benedettini del Monastero di San Mauro di Pulcherada (San Mauro torinese)cedettero ad Aimone di Savoia il controllo delle valli e da allora seguirono le sorti di casa Savoia. Dopo la pace di Crepy (1544) la valli passarono prima sotto il dominio di Giacomo de' Medici poi dei Provana (tra le cinque famiglie feudali più antiche e potenti del Piemonte e della corte saubauda).Nel 1559 dopo un breve dominio dei francesi le valli vennero restituite ai Savoia (pace di Cateau Cambresis). Nel 1720 Vittorio Amedeo II dichiarò nulle le precedenti investiture feudali e le valli venirono smembrate in piccoli feudi venduti a vari conti. Nel Medioevo parte delle popolazioni Bergamasche e della Val Sesia migrarono nelle valli di Lanzo per far fronte alla forte richiesta di mano d' opera alle miniere e di conseguenza ai forni e alle fucine.Per secoli alcuni paesi si specializzarono nella lavorazione del metallo, Mezzenile e Traves per i chiodi e Ceres le serrature per citarne alcuni.Dopo la crisi dell' attività mineraria (primi '800)le valli scoprirono la loro naturale vocazione per il turismo e fu cosi' che tra la fine dell' 800 e inizio '900 vennero costruiti alberghi,ville,strade carrozzabili e non per ultimo i primi tratti della ferrovia Torino Ceres, per agevolare i numerosi turisti. Resta da ricordare la guerra Partigiana che coinvolse tutte le valli e portarono lutti, distruzioni. Molte sono le testimonianze a ricordo dei soldati e del loro sacrificio ,tra tutti quello del Col del Lys

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Le storia attraverso le costruzioni

Partendo da Viù per arrivare a Malciaussia si possono osservare costruzioni che raccontano la storia della valle nelle diverse epoche

Viù : La chiesa parrocchiale dedicata a San Martino, ricostruita nel 1781 ( si attribuisce la costruzione verso il 1011) è la più ampia delle Valli di Lanzo e nel suo interno si osservano l' altare della Madonna del Rosario con pala dipinta da Fino (1869), artista locale,il Crosifisso del Clemente (1719-1794) e la pala seicentesca della Madonna del Suffragio co i santi Martino e Biagio.

Versino : Il palazzo Coatto soggiorno dei duchi di Savoia e la chiesetta della Maria Vergine costruita dove si erigeva il castello ceduto ai francesi del maresciallo Cossè de Brissac.

Forno di Lemie : il vecchio ponte costruito nel 1477 è uno dei più caratteristici delle Valli, sormontato da un' edicola dedicata alla Vergine e con pareti affrescate non più leggibili. La chiesetta di San Giulio, fatta costruire dalla famiglia Goffi che gestiva miniere e fucine. Gli affreschi sono di notevole pregio e l' altare è rappresentato dalla Vergine con Bambino che tiene un uccellino per la coda. Vi è anche un ritratto dei fratelli Goffi.

Colle Colombardo : il santuario della Madonna degli Angeli costruita nel 1870 su una cappella datata 1707 ( se ne conserva ancora la pietra di fondazione con incisa la scritta "ex-voto G.B.G.1705)

Lemie : La chiesa dedicata a SAn Michele costruita nel fine Seicento con affreschi del pittore Fino, L' ospizio delCottolengo che conserva affreschi del 1546. La cappella della Sindone costruita verso il XV!! secolo che secondo gli studiosi conserva degli affreschi ora non più visibili e testimonianza della tesi del passaggio della Sindone in Val di Viù nel 1578, quando Emanuele Filiberto la trasferi' da Chambery. In frazione Chiandusseglio il santuario Madonna degli Olmetti, costruito nel 1721 su un pilone votivo ( conservato nella parete che divide la cappella dalla sacrestia ) e che deve il nome ai numerosi olmi che circondavano il portico.

Piazzette : Accanto alla chiesa è collocata la stele di epoca romana dedicata a Giove da un veterano delle legioni di Roma. La stele fu ritrovata nel 1850 vicino alla cappella di San Desiderio poco sopra l' abitato.

Usseglio : La chiesa parrocchiale costruita nel XI-XII secolo e consacrata nel 1769 conserva accanto alla porta di ingresso la stele dedicata ad Ercole trovata a Bellacomba sulla antica via romana per il Col d' Arnas.

Crot : Di fronte alle case della borgata sorgre un basso edificio chiamato " la Fabbrica " dove un tempo venive lavorato il cobalto che si estraeva sull' alto della montagna.

Lago di Malciaussia : Sul pianoro del lago e al Pian Sulè sono visibili ancora i bunker militari e verso l' Autaret i fili spinati e le reti usati nella seconda guerra mondiale. Per il sentiero che porta alla Croce di Ferro si sfrutta una vecchia mulattiera militare mentre per il Colle d' Autaret è ben visibile il tracciato di epoca romana.

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Geologia

La nascita delle valli di Lanzo va inquadrata nell' evoluzione della catena alpina che ebbe origine dalla collisione tra il continente africano e il continente europeo che, allora, tra il periodo Cretacico e Eocene erano separati dal mare denominato Bacino oceanico Ligure-Piemontese. La fase mesoalpina portò quindi alla totale chiusura del bacino oceanico Piemontese e alla suindicata collisione, e una successiva fase di inspessimento della crosta continentale, causo' la formazione delle falde Pennidiche (Gran Paradiso, Dora Maira,Monte Rosa).Nel periodo Oligocene la struttura alpina è completamente emersa ed inizia a modellarsi sotto l' azione dell' erosione e del magmatismo periadriatico.I tipi di roccia più diffusi nella valle di Viù è quella rappresentata dalla falda ofiolitica e cioè le metaofioliti, serpeniti, anfiboliti ed eclogiti. Le prasiniti, rocce a grana minuta e composizione basica costituita in prevalenza da albite e minerali femici di colore verde chiaro,formano i rilievi della Tomba di Matolda, del monte Lera e della punta Lunella. Un tipo di prasinite, l' ovardite, forma la Torre d' Ovarda. La Grand' Uia, il monte Civrari e la Bellacomba invece, sono costituite da serpentiniti composte da serpentini (crisotilo, antigorite)

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La vegetazione

L' abbandono e lo spopolamento della valle in questo ultimo secolo ha provocato una evidente modifica della vegetazione. Dapprima infatti gli alberi furono impiegati per alimentare i molteplici forni che fondevano il minerale e le stufe degli abitanti, creando vasti pascoli per gli animali dando una forte caratteristica pastorizia alla valle. L' abbandono ha provocato la diffusione di arbusteti soppratutto nelle zone più umide e fresche. Dal fondovalle , ora sono presenti soppratutto castagni e rovere, salendo verso i 1000-1500 metri compare il faggio e isolati olmi di montagna. Salendo di altitudine troviamo poi le conifere tra tutti il larice e oltre i 2000 metri si trovano poi solo dei boschi isolati. Di particolare interesse la flora palustre presente nei mesi estivi nei pressi dei laghi tra tutti i laghi Falin, e oltre i 2000 metri nelle pecie vegetali di piccole dimensioni vi sono la peonia peregrina e la corursa di Mattioli endemici della valle di Viù.

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La fauna

La avifauna la fa da padrona tra i fitti boschi della valle , le specie più frequenti che popolano la zona sono il fringuello,la capinera,lo scricciolo, le cince, il crociere, gli zigoli e i picchi che con il loro martellare sul tronco rompono il silenzio del bosco, non rare a queste altezze anche la poiana che caccia i piccoli mammiferi ghiri, scoiattoli e piccoli roditori. Altri rari mammiferi vivono a queste quote come volpi e cinghiali e ultimamente anche la presenza del lupo è stata segnalata. Salendo di quota marmotte, camosci, stambecchi e tra gli uccelli l' allodola, il cordissone, il codirosso spazzacamino,il gracchio alpino, il corvo imperiale e più raramente l' aquila , il falco pellegrino e il gufo reale.

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